L'agricoltura vesuviana

Grazie al suolo lavico ricco di minerali, all'ottimo drenaggio e al clima mediterraneo, l'agricoltura vesuviana è da considerarsi unica per varietà di produzioni e per originalità di sapori. Circa cento specie di albicocche esistenti, tra cui la Pellecchiella, considerata la migliore per il suo gusto particolarmente dolce e per la compattezza della polpa. Le ciliege sono coltivate per lo più alle falde del Monte Somma. I famosi Pomodorini da serbo (del "piennolo") sono di piccole dimensioni, tondeggianti, con una caratteristica punta alla base (il "pizzo") e hanno un sapore dolce-acidulo dovuto alla particolare concentrazione di zuccheri e sali minerali. Raccolti in parte acerbi in estate e conservati legati ad uno spago attorcigliato a cerchio in luoghi asciutti e ventilati, maturano lentamente, conservando la polpa gustosa e succulenta, protetta dalla buccia che appassisce. Vengono usati sulla pasta, sulla pizza e fanno ottimi sughi per il pesce e la carne. Alle falde del vulcano sono inoltre coltivate l'uva Falanghina del Vesuvio, la Coda di Volpe (chiamata localmente Caprettone) e il Piedirosso del Vesuvio, dalle quali si ricava il famoso Lacryma Christi. Un cenno particolare va fatto all'uva Catalanesca, che si coltiva in piccole quantità per lo più alle falde del Monte Somma. Nota nel secolo scorso soprattutto come uva da tavola ha finalmente ricevuto nel 2011 il marchio IGT per il vino singolare dal colore opaco e retrogusto forte, ricavato dalla stessa. (Fonte: http://www.vesuvioinrete.it/parco.htm)