"Laddove sorgeva il tempio di Bacco... ora si coltiva la vite..."

Un'iscrizione in latino e una colonna marmorea di epoca romana nel giardino di casa Angrisani, ricordano che lì si coltiva il pregiato frutto del Dio del vino.

 

"Stia lontana di qui l'ira dell'ignivomo monte".

 

 

La catalanesca

Questo frutto deve il suo nome alla sua origine geografica: fu importata dalla Catalogna, da Alfonso I d’Aragona nel XV secolo, e impiantata sulle pendici del Monte Somma, fra Somma Vesuviana e Terzigno. Su questi fertili terreni vulcanici l’uva fu presto sfruttata per vinificare dai contadini vesuviani negli imponenti cellai delle masserie, dove ancora oggi è possibile trovare torchi che risalgono al ‘600. Solo il prodotto eccedente veniva utilizzato come uva da tavola. Oggi si coltiva soprattutto a Somma Vesuviana, Sant’Anastasia, Ottaviano e negli altri comuni vesuviani. Si raccoglie tra ottobre e novembre ma può permanere sulla pianta fino alla fine dell’anno: un tempo vi era la consuetudine di lasciare sulla pianta i grappoli più belli, eliminando via via gli acini guasti, così da favorirne il mantenimento fino al periodo natalizio. Le bacche rotondeggianti sono di un tipico colore dorato; la polpa è dolce e croccante e ricca di vinaccioli. Il grappolo è rado e la polpa è bianca e carnosa e viene molto apprezzata per il suo sapore dolce; l’elevato tasso zuccherino la rende adatta alla vinificazione, eseguita solo localmente ed esclusivamente a livello familiare. Dal 2006 è stata ufficialmente aggiunta all’elenco delle uve da vino e dal 2011 al vino tratto dalle stesse è stato riconosciuto il marchio IGT.

Da: http://www.agricoltura.regione.campania.it/tipici/tradizionali/uvacatalanesca.htm